SolareReserve: l'impianto ad energia no stop

SolareReserve: l'impianto ad energia no stop

IN NEVADA C’È UN IMPIANTO AD ENERGIA SOLARE IN GRADO DI GENERARE ENERGIA PER 75MILA ABITAZIONI IN QUALUNQUE CONDIZIONE METEREOLOGICA

Quando si parla di energie rinnovabili si pensa subito alle più classiche: fotovoltaico, eolico, idroelettrico, biomasse,… ma esistono fonti rinnovabili ancora poco diffuse che presto potrebbero garantire l’approvvigionamento energetico indipendentemente dalle condizioni climatiche.

Malgrado i progressi tecnologici, i nuovi materiali, la maggiore efficienza dei pacchi batteria, siamo ancora ben lontani dal poter garantire copertura energetica costante, a prezzi contenuti, a prescindere dalle condizioni meteo.

Una soluzione del problema potrebbe essere il solare termodinamico. L’impianto SolareReserve nel deserto del Nevada ne è l’esempio. Qui migliaia di specchi fotovoltaici sono disposti in modo tale da riflettere la luce del sole verso la grande torre centrale alta 200 metri all’interno della quale le temperature raggiungono fino a 600 gradi. Grazie a dei materiali particolari, chiamati vettori termici, nella torre è possibile accumulare calore per produrre energia elettrica ogni volta che la rete lo necessita. L’energia termica viene poi trasformata in energia meccanica e infine in energia elettrica.

L’impianto realizzato da SolarReserve  garantisce un rendimento costante nel tempo, 24 ore su 24, senza dipendere dalla luce del sole a disposizione.

Tuttavia, il rovescio della medaglia di questa meravigliosa tecnologia è che se si vogliono limitare i costi, occorrono impianti molto grandi.

In Italia c’è un’azienda bresciana che, differentemente da SolarReserve che adopera impianti a larga scala, si è specializzata in impianti solari termodinamici di piccola taglia: Turboden. La società bresciana ha realizzato il suo primo impianto pilota quarant’anni fa in Australia, ed oggi, grazie alle dimensioni ridotte dei suoi impianti, è riuscita a rendere il solare a concentrazione “accessibile” per spazi più ridotti. Questo cambiamento è stato reso possibile grazie all’utilizzo di specchi collettori di tipo diverso, ma soprattutto grazie alle turbine ORC, Ciclo Rankine Organico. Secondo Minini, nonostante l’ottimismo riguardo al futuro del fotovoltaico, i sistemi di accumulo non sono ancora in grado di fornire una copertura per l’intera giornata. Minini sostiene che sono due gli aspetti su cui occorre lavorare al fine di conseguire la copertura energica durante le 24 ore: sfruttare un mix delle fonti rinnovabili a disposizione e ripensare la logica delle reti di distribuzione, passando da una generazione centralizzata, dove poche gigantesche centrali (spesso a carbone) alimentano migliaia di case, ad una generazione distribuita, fornendo più impianti di taglia ridotta in prossimità dei punti di utilizzo.